MY CITY

MY CITY
(foto by Stefano)

March 31, 2008

Buon viaggio

Era da un pò che attendevo la sua risposta.
Lo sapevo che prima o poi mi avrebbe risposto.
E questa sera ho ricevuto la sua lettera che mi diceva:
"Parto sabato, quasi pronta, quasi..."

Le telefono per augurarle un buon viaggio e in quel momento mi vengono in mente le parole di una canzone di De Gregori:

"Dietro a un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare,
come del resto alla fine di un viaggio
c'è sempre un viaggio da ricominciare.
Bella ragazza, begli occhi e bel cuore,
bello sguardo da incrociare,
sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare.
Accompagnarti per certi angoli del presente,
che fortunatamente diventeranno curve nella memoria.
Quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai più niente,
ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria..."

Buon viaggio cara amica, buon viaggio...

March 30, 2008

Occasione

E prima di salutarla nella piazza dove ci eravamo dati appuntamento per vederci,
ripensavo alle parole che mi scrisse tempo fa un'amica:

"Saluto nella piazza
un'occasione"

La mia più bella occasione.

March 27, 2008

Colazione

Colazione, ore 6,00.
The e Scones.
E dicevo che non mi piacevano.
Li avessi mangiati prima...
Chissà.

March 26, 2008

Metafore

Quando un giorno ho letto "il taglio sulla gamba non da nessuna indicazione del fatto che io sono caduto o che sono stato aggredito", ho capito che le persone il più delle volte rimangono ferme a vedere solo il taglio.
A volte cercano di dare un aiuto, ma poche ti chiedono realmente come è successo.
Forse per paura, forse perchè non sarebbero capaci di aiutare realmente, o forse avrebbero paura che il taglio potesse capitare pure a loro.
"E se fosse per pigrizia?", mi diceva la settimana scorsa un collega.
"Mha....", gli ho risposto.
E pur certo che il taglio sulla gamba poi si rimargina, non fa più dolore, ma il segno, la cicatrice rimane per sempre.
E "il tempo che rimargina ogni ferita?", mi sono pure sentito dire.
Non proprio tutto, non proprio tutto...

March 24, 2008

Ricordare

Il ricordarsi delle persone è
direttamente proporzionale
all'interesse che si ha verso di esse.

Andrea

Porcospini

Da quando ho letto la storiella dei porcospini, ne sono sempre rimasto incantato.
E' una metafora della vita, dei rapporti tra persone.
Tra amici o tra amanti.
Ho cercato a volte di darne un significato preciso, ma più ci penso, più mi accorgo che un solo significato non ci sia.

"Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione."


Una spiegazione, che varia dalle tante che ho trovato, è questa:
"I difetti, le abitudini, i comportamenti o le esigenze degli altri sono le spine, ognuno ha le sue. Alcuni porcospini però sono in grado di produrre molto calore interno. Questi riescono a trovare la giusta distanza dagli altri o addirittura a rinunciare a stare con loro".

March 17, 2008

Jeff Buckley - Hallelujah

March 12, 2008

Puzzle

Ho sempre pensato che la vita fosse un bel puzzle.

E lo credo sempre più.
Più vado avanti, più vedo che dei perfetti pezzetti nel mio puzzle si incastrano arrivando a completare il quadro.
Alcune volte ho creduto, pensato, sperato, che alcuni pezzetti ne facessero parte.
Ho provato a prenderli, ho provato a premerli nel bucchetto, ma nulla. Dopo poco saltavano fuori. Segno che non erano i giusti pezzetti del puzzle, anche se io l'avrei sperato.
Altre volte al contrario vedevo che alcuni pezzetti andavano quasi da soli a riempire i vuoti.
Ma io non lo volevo, non mi piaceva che quel pezzo andasse nel mio personale puzzle. Invece mi accorgevo, e mi accorgo, che loro stanno lì e non si discostano.

Ora sto notando che mi mancano ancora pochi pezzetti per completare il mio puzzle.
Alcuni stanno arrivando, alcuni li sto guardando da lontano, alcuni li sto "organizzando".
Alcuni so che presto arriveranno.

Manca poco per completare il mio puzzle.
Molto poco.

March 10, 2008

Se tu mi dimentichi

If You Forget Me
(Pablo Neruda)


I want you to know
one thing.
You know how this is:
if I look
at the crystal moon, at the red branch
of the slow autumn at my window,
if I touch
near the fire
the impalpable ash
or the wrinkled body of the log,
everything carries me to you,
as if everything that exists,
aromas, light, metals,
were little boats
that sail
toward those isles of yours that wait for me.

Well, now,
if little by little you stop loving me
I shall stop loving you little by little.

If suddenly
you forget me
do not look for me,
for I shall already have forgotten you.

If you think it long and mad,
the wind of banners
that passes through my life,
and you decide
to leave me at the shore
of the heart where I have roots,
remember
that on that day,
at that hour,
I shall lift my arms
and my roots will set off
to seek another land.

But
if each day,
each hour,
you feel that you are destined for me
with implacable sweetness,
if each day a flower
climbs up to your lips to seek me,
ah my love, ah my own,
in me all that fire is repeated,
in me nothing is extinguished or forgotten,
my love feeds on your love, beloved,
and as long as you live it will be in your arms
without leaving mine.



Se tu mi dimentichi
(Pablo Neruda)

Voglio che tu sappia
Una cosa.
Tu sai com’è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se cio’ che esiste
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.

Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti poco a poco.
Se d’improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
che già ti avrò dimenticata

Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
Che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi sulla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.

Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finchè tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.

(Per ascoltarla clicca qui)

March 09, 2008

Cucchiaio di legno

Non è andata come noi speravamo.

Anzi, non è andata.
Avevamo l'incubo della Scozia che ieri ha vinto contro l'Inghilterra in casa.
Avevamo l'incubo di dover prendere il cucchiaio di legno.
Avevamo l'incubo. Punto.
Così tutti questi incubi si sono trasformati in realtà.
La cronaca della partita la potete leggere qui.
Ma io vi dico che l'Italia di questi XV ragazzi si è dimostrata capace di reagire dopo la perdita contro il Galles.
Sono dei ragazzi giovani, che devono crescere, ma io ho fiducia che il prossimo 6 Nazioni si vedrà di sicuro un'altra squadra.
Migliore.
Ora non ci rimane nel cercare di vincere la prossima partita con la Scozia per non prendere il cucchiaio di legno.
Il "Cucchiaio di Legno", viene attribuito alla Nazionale che, nel corso del Torneo, viene sconfitta in tutti gli incontri.
Narra la leggenda che nei primi anni del '900, un giocatore inglese in vacanza sulle alpi svizzere comprò come souvenir un grosso cucchiaio di quelli che si utilizzavano per mescolare la polenta e, dopo la partita con l'irlanda, che in quegli anni perdeva sempre...regalò il "trofeo", da lì la leggenda del cucchiaio...

Mi chiedono dal Galles.
Lo dicevo sin dall'inizio. I Dragoni era ed è la squadra da battere.
Lo dicevo sin dall'inizio che sono loro i campioni che dopo la figura ai mondiali in Francia, dovevano dimostrare che sono loro i campioni.
E sono in parte contento perchè quando a giugno vedrò il buon vecchio Lyndon gli potrò dire:
"Gli inglesi giocano a rugby perché l'hanno inventato. Gli irlandesi perché detestano gli inglesi e adorano le risse. Gli scozzesi perché sono sempre stati nemici storici degli inglesi. I gallesi hanno un enorme vantaggio sui loro avversari: tutti i giocatori sono nati su un campo di rugby o vi sono stati concepiti."

E so che lui abbracciandomi, mi sorriderà.


Le altre partite:
Scozia - Inghilterra 15-9
Irlanda - Galles 12-16

Scegliere (secondo tempo)

- Viaggi sempre così da solo?
- In genere sì.
- Ti piace la solitudine? Chiese lei appoggiando il mento sulla mano.
- Ti piace viaggiare da solo, mangiare da solo, a lezione sederti lontano dagli altri?
- A nessuno piace la solitudine. Ma non mi faccio in quattro per fare amicizia.
Così evito un po' di delusioni, dissi.



"Hai ragione.
Alcune volte nella vita bisogna scegliere. Non si può stare sia da una parte che dall’altra.
Non si può stare con una persona che con un’altra. Non si può desiderare una persona e pure un’altra.
Bisogna decidere dove si sta.
Alcune volte è troppo comodo non esporsi, rimanere a guardare e poi fare marcia indietro. O no?
È bello a volte lanciare il sasso e poi nascondere la mano?
Forse è bello vedere poi che succede, fare finta di niente, scappare lontano.
Ma, come mi hai insegnato e mi dici sempre, si deve rispondere, fare chiarezza dentro di se e prendere le nostre decisioni.
Anche e me piacerebbe starmene in un bel posto, notare il variare delle stagioni, notare le persone senza fare o dire nulla.
Anche se quello che faremo, poi alla fine risulterà nel fare soffrire qualcuno e pure noi, ma sarà una gesto onesto verso tutti.
O no?
E non è che se ora sto partendo è che non voglio non scegliere.
E’ questa la mia scelta, è questa la mia risposta."


Era questo che mi disse prima di salutarmi quel giorno.
Ma abbracciandomi mi sussurrò all'orecchio il desiderio di chiederle di non partire. Ma non ci riuscii. La mia testa voleva dirle quelle parole, ma non uscirono dalla mia bocca.
Ma è proprio questo che voleva?



Fidarsi

Un giorno andai a fare un giro in un piccolo paese di montagna.
Ad un certo punto giunse un equilibrista di strada.
Tese la corda su un profondo dirupo.
Tutti gli abitanti del paese, e compreso il sottoscritto, accorsero a vedere: sarebbe bastato un piccolo passo falso e si sarebbe sfracellato sulla roccia.
La gente seguiva col fiato sospeso e lui piano piano, passo dopo passo, raggiunse l'altra parte.
Tutti applaudirono l'impresa! A quel punto l'equilibrista si avvicinò a me e mi chiese:
"Lei crede che io sia capace di rifarlo portando una carriola piena?"
Io risposi: "Si".
"Bene, allora entri nella carriola..."

Io ci sono entrato.
Basta fidarsi dell'altra persona.
Serve avere il coraggio di fidarsi dell'altra persona.

Voi cos'avreste fatto?
Sareste entrati nella carriola?
Avreste avuto un pò di coraggio?

March 05, 2008

Ideale

- Lo sai che all'inizio neppure mi piaceva?
- No?
- E già.....e non mi era per niente simpatico!
- Però...
- Ora invece siamo sposati da 10 anni e abbiamo una bellissima bambina. L'hai vista?
- Sì, quando è venuto tuo marito qui a trovarti questa estate....

Succede molte volte così.
All'inizio la prima impressione, il primo sguardo determina il buon inizio (o non inizio) di qualcosa.
Chissà se poi è vero quel detto che più volte sento:
"Non c'e mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione!".
Già all'inizio siamo vittime o carnefici di questo "gioco" nel dare o meno un "volto", una definizione, un quadro a qualcuno.
Forse ha ragione in parte Marina quando mi dice che il "problema è dell'altro che sente assolutamente il bisogno di chiuderti in una scatolina e definirti".
Ma pure noi, forse, in fondo lo facciamo.
Come ad esempio quando a volte idealizziamo le persone; amici, parenti, conoscenti, fidanzati o fidanzate, mogli o mariti.
Si finisce per costruire attorno a loro un qualcosa che a volte c'e e non c'è.
Ma questo non è il problema. Il problema è quando ad un tratto ci accorgiamo ( o si accorgono) che quel qualcosa, quella visione è diversa. O non c'è.
E' come conoscere una diversa persona o quando ci riconoscono in diverso modo.
Ma il "dramma", come dicevo, è quando vediamo quello che non c'è e finiamo per scontrarci con "la realtà".
E quando ci arriviamo scatta "l'incredulità".
Tutto ci cade, tutto ci appare sotto un diverso punto di vista.
E qui che magari cadono le nostre certezze e andiamo in crisi.

- Come? Non ci credo! Non lo farebbe mai...
E' questa la risposta che mi sono sentito dire.

Non so se c'è una "soluzione" a tutto questo. Ci dovrebbe essere la voglia di rimettere in discussione tutto, scontrarsi con l'idea che si aveva dell'altra persona, e capire che quell'idea non corrisponde alla realtà.
E non è l'altra persona che ci possa deludere, ma siano noi stessi che abbiamo proiettato nell'altra persona aspettative, attese, che magari mai sono esistite o mai esisteranno.
Ma dove sarà allora questa realtà? Chi sarà questa persona?

Chissà se ha ragione quando oggi prima di salutarmi mi ha detto:
"Sai, nessuno è perfetto......finché non ti innamori."

March 04, 2008

Balcone...

Ero in città.
Passavo davanti alla casa di quella ragazza che da secoli corrisponde all'amore eterno e immaginario di molte persone, che decisi di andare sotto "casa sua", sotto il suo balcone.
Chi di noi non attendeva, o chissà attende ancora, sotto casa la propria amata o il proprio amato.
Sono attimi. Piccoli e indescrivibili attimi.
E in quei momenti che senti passare dentro di te un'impazienza incontrollabile, sembrano quei minuti che ti dividono, un'eternità.
Attendi l'arrivo di lei e inizi poi ad immaginare...
Ascolti ogni minimo rumore che arriva al di là del portone per capire se stia arrivando.
Guardi in alto per vedere se per caso si affaccia alla finestra per dirle, magari, queste parole:

"Madamigella, per quella sacra luna che inargenta le cime di quegli alberi, giuro....."
E lei rispondendomi mi dice:
"Non giurar sulla luna, l'incostante luna che si trasforma ogni mese nella sua sfera, per tema che anche l'amor tuo si dimostri al par di lei mutevole".

"E per che cosa dovrei giurare?"

"Non giurare affatto. O se proprio vuoi giurare, giura per la tua persona benedetta, che è il Dio della mia idolatria: e non potrò fare a meno di crederti..."

E poi ad un tratto, senti il rumore del portone.
Si apre....

March 03, 2008

Questa città...

L'altra sera passeggiavo per la città.

Mi dovevo incontrare con lei, al solito posto.
Serata piacevole, un pò di freddo, ma questa città è sempre affascinante.
Quando arrivò era bellissima. Una gonna incantevole e un cappotto che avrei voluto non se lo togliesse mai, anche quando arrivammo a casa.

E mentre andavo al luogo dell'incontro e mi guardavo attorno con attenzione, mi ripetevo che non voglio dimenticare questa città,
non voglio dimenticare queste vie, questi ponti, questo fiume,
suoni e rumori che mi accompagnano da sempre
come la nebbia, la pioggia e il sole,
ma soprattutto tutte le persone che conosco e ho conosciuto.
E' questa la città che mi ha visto
dentro i vicoli a fare il buffone e magari lo sono ancora;
mi ha visto
correre dietro a sogni beffeggianti.
In mezzo alla piazza
mi ha visto
correre
saltare
parlare
ridere
abbracciare
e
baciare.
No, non voglio.
La città fa parte di me
e io di essa.

Provavo a pensare ai due amici che ora si trovano lontano. Provavo ad immaginare quando questo autunno ritorneranno qui.
Cercavo ad immaginare quali sensazioni, emozioni, sapori avranno nel passeggiare di nuovo per le strade natìe.
Quali saranno i ricordi che gli sfioreranno la mente, se rivedranno negli angoli, negli incroci, o in quale negozio...loro due un pò più giovani, ma sempre loro.
E' questo che mi capita a me, ed è un bel rivedermi.....

E ripenso alle parole che leggevo sul muro mentre la aspettavo:

« Non c'è mondo per me aldilà delle mura di Verona:
c'è solo purgatorio, c'è tortura, lo stesso inferno; bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo; e l'esilio dal mondo vuol dir morte.
E quindi
dire esilio è dire morte con altro termine, falso ed improprio; e tu, a chiamar esilio la mia morte, mi mozzi il capo con un'ascia d'oro, e sorridi del colpo che m'uccide. »

March 02, 2008

Occasione...

Aveva lasciato quel biglietto dentro la mia macchina che diceva:
"Ho preso un vestito per le occasioni
ed ora è da te che trova occasione".

In effetti aveva un delizioso vestito quella serata...

Ma non credo che fossi io la sua occasione.